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Titiritero de palabras

65 ore ? Col cavolo!!!

65 ore ? Col cavolo!!!

Magari passare tanto tempo in Spagna e seguire le cose del mondo più dai media spagnoli che da quelli italiani fa sì che mi sfuggano certe cose. O magari, semplicemente, la Spagna di Zapatero considera più importanti cose che passano inosservate nell’Italia di Berlusconi.
La decisione della Commissione Europea di prolungare, su base volontaria del lavoratore, le 48 ore di lavoro settimanali, le mitiche 8 ore al giorno per intenderci, a 60 e, nel caso delle guardie mediche persino a 65, dato che non verranno considerate "ore di lavoro" quelle di "inattività" (come se un dottore stesse in ospedale ad aspettare urgenze perché non ha niente di meglio da fare nella vita e si dice massì, andiamo lì a passare un po’ di tempo), agli spagnoli non va proprio giù. Che siano loro, una delle più giovani democrazie del Continente, gli ultimi difensori dei diritti sociali? Che siano solo loro quelli che vedono in quel "su base volontaria", che vorrebbe lasciare al libero arbitrio del lavoratore la possibilità di estendere le ore di lavoro, la grande minaccia? Possibile che nessun esponente della sinistra nostrana noti come il dipendente, da solo, è soggetto a qualunque forma di ricatto del datore di lavoro? Possibile che nessun leader della sinistra italiana disponga di un giornale su cui fare casino e dire che no, non ci sta, perché la maggiore produttività passa dal rispetto dei diritti dell’individuo e che qualunque padroncino del Nord Est (ma anche imprenditore del Nord Ovest, del Centro e del Sud, Isole comprese) può esercitare le dovute pressioni perché il dipendente accetti "volontariamente" di stare in ufficio dall’alba al tramonto e, se necessario pure di più? Possibile che questo "su base volontaria" non abbia fatto balenare nella testa di qualcuno quell’epoca del nostro passato in cui i lavoratori si abbassavano "volontariamente" lo stipendio in una gara insensata che portò l’Italia al disastro e alla Seconda Guerra Mondiale? Pare sia possibile. Se ho letto editoriali di fuoco sui quotidiani della sinistra spagnola, non necessariamente radicale (El Pais giornale radicale?), sulle edizioni digitali dei quotidiani italiani, di peso e prestigio simile a quello di El Pais, mi sono sfuggiti analoghi editoriali. Colpa mia, magari, non lo metto in dubbio. Però.
Meno male che a noi che abbiamo a cuore i diritti sociali rimane la Spagna.
Il governo socialista ha già fatto sapere che la nuova direttiva non verrà recepita dalla Spagna, dove il sogno, casomai, è lavorare meno per lavorare tutti e dove, evidentemente, non si confonde la presenza giorno e notte sul posto di lavoro con una maggiore produttività.
Seil governo ha fatto la sua parte, Internet è sceso in campo al suo fianco. Il blog NetoRaton ha lanciato una campagna per criticare e rifiutare la direttiva dell’Unione Europea. ¿65 horas?Ni de coña, 65 ore? neanche per sogno!, è il titolo dell’iniziativa. L’obiettivo è non solo evitare l’approvazione della misura nel Parlamento Europeo, ma, soprattutto, mostrare l’indignazione per una direttiva "infame" che "ci riporta al XIX secolo, con le giornate da sole a sole e i salari da miseria". All’iniziativa partecipano oltre 200 blogs ed  arrivato l’appoggio anche su reti sociali come Facebook o Tuenti, che contano già su oltre 2000 e 5500 iscritti, rispettivamente. Sono già state inviate oltre 40mila emails agli europarlamentari ed è stato preparato un modulo per scrivere contemporaneamente ai 54 europarlamentari spagnoli.
Inoltre è stata aperta una raccolta firme online per chiedere una manifestazione europea dei cittadini contro questa direttiva e in favore di un’Europa che rispetti i diritti sociali dei cittadini (il manifesto è in spagnolo e in inglese). Solidarietà e appoggio sono arrivati da bloggers e internauti di Grecia, Polonia e Gran Bretagna. Superfluo dire che Rotta a Sud Ovest si è unita all’iniziativa.

 

( tratto da http://rottasudovest.blog.lastampa.it/rotta_a_sud_ovest/2008/06/la-blogosfera-c.html )

 

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